La proposta di legge, si compone di 18 articoli ed è strutturata in sei Titoli. Le finalità per lo sviluppo delle Città 30 in Italia sono:
- tutela della vita umana e aumento della sicurezza stradale
- promozione della mobilità sostenibile
- tutela di ambiente e clima
- qualità e democrazia dello spazio pubblico
- qualità della vita degli abitanti
- riscoperta della dimensione di prossimità
- valorizzazione dell’economia di vicinato
Per la prima volta viene introdotta una definizione normativa di Città 30, che prevede quattro punti: l’applicazione generale del limite massimo di velocità di 30 km/h su tutte le strade urbane salvo soltanto quelle a scorrimento veloce a 50 km/h, l’adeguamento dell’infrastruttura stradale per la moderazione del traffico e della velocità, il rafforzamento dei controlli sul rispetto delle regole di comportamento in strada, campagne di educazione, informazione e comunicazione rivolte alla cittadinanza e a tutti gli utenti della strada.
Prendendo spunto dal codice della strada del Regno Unito, la proposta di legge introduce il principio di gerarchia delle responsabilità degli utenti della strada, secondo cui i conducenti dei veicoli che, per massa e velocità, possono causare i danni maggiori in caso di collisione, hanno la massima responsabilità di prendersi cura e ridurre il pericolo per gli utenti più vulnerabili della strada: questo vale in particolare per i guidatori di veicoli a motore tra loro in proporzione e verso gli utenti non motorizzati, e per i ciclisti verso i pedoni.
Il cuore della proposta dal punto di vista della regolazione è l’inversione fra regola ed eccezione nei limiti di velocità urbani rispetto ad oggi: al posto dei 50 km/h validi in generale salvo le “zone 30”, la norma in città diventano i 30 km/h (in tutte le strade classificate dai Comuni come di quartiere, interzonali e locali), salvo solo gli assi di scorrimento veloce a 50 km/h (strade che devono avere almeno quattro corsie, due per ogni senso di marcia).