In Sicilia, per un weekend lungo sulle Madonie In Sicilia, per un weekend lungo sulle Madonie
Antongiulio Comandi Scritto da  Feb 05, 2018

In Sicilia, per un weekend lungo sulle Madonie

Il percorso inizia a Termini Imerese, in provincia di Palermo e finisce, in territorio messinese, a Santo Stefano di Camastra, città della ceramica.

Avevamo a disposizione solamente un week-end lungo e, per questa ragione, abbiamo optato per un viaggio di sola andata e di avvalerci, per il ritorno, dei potenti mezzi delle Ferrovie delle Stato.

Primo giorno: tappa di 51km (scaricala qui), per una buona metà su sterrato con una difficoltà medio/bassa nonostante il dislivello di 1.800 metri. La bassa andatura e le molte pause per rifocillarsi, ammirare e fotografare, fanno di questa, una tappa abbastanza semplice e alla portata praticamente di tutti, anche per i meno allenati. Dalla stazione di Termini abbiamo cercato la strada di servizio che corre sotto la autostrada A19 e costeggia il fiume Imera.

Sfortunatamente nei giorni precedenti aveva piovuto a dirotto e quindi in un paio di occasioni ci siamo trovati a guadare il fango ma, a parte le difficoltà oggettive e “l’inzozzamento totale”, è stato un motivo di tante risate.

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Arrivo ad ora di pranzo a Scillato e in piazza abbiamo trovato il Panificio Lisuzzo che nonostante le scarpe infangate ci ha accolto con simpatia, preparandoci degli ottimi panini; subito dopo abbiamo cominciato ad accumulare dislivello percorrendo la statale SS643 verso Polizzi Generosa che abbiamo raggiunto dopo una deviazione su una strada comunale. Arrivati nel tardo pomeriggio abbiamo alloggiato al B&B “I Templari” che consigliamo per accoglienza, cordialità e possibilità di pulire le biciclette.

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Il secondo giorno (clicca qui per scaricare la traccia) ci ha messo a dura prova: lo sterrato (a fine giornata sarà circa il 35% circa del totale complessivo) comincia praticamente sin da subito e impieghiamo moltissimo tempo per risalire fino al Santuario Madonna dell’Alto (1813 s.l.m. e unico punto acqua prima di Piano Battaglia).

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Pendenze di tutto rispetto e pietraie smosse ci hanno rallentato così tanto da farci arrivare alla tappa intermedia (Piano Battaglia) alle 16 con tre ore di ritardo sulla tabella di marcia. Siamo stati salvati da morte certa da un piatto di pasta immenso del Ristoro dello Scoiattolo.

La difficoltà tecnica questa volta è medio-alta anche in discesa, nei singletrack popolati dai rari Abies Nedrodensis conosciuti anche come Abeti dei Nèbrodi; nulla di estremo ma con borse e zaini affrontare certi tornantini stretti potrebbe risultare complicato anche ai più preparati.

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Da Piano Battaglia abbiamo percorso la SP54 (tutta su asfalto) fino a Petralia Soprana e da li subito la SS120 dell’Etna e delle Madonie verso Gangi dove abbiamo alloggiato per la seconda ed ultima notte dopo aver percorso 63 km e circa 2700 metri di dislivello.

Per gli ultimi 62km (scarica qui la traccia) partiamo con una veloce discesa da Gangi verso la strada di servizio del parco eolico sito nel territorio di Nicosia (Enna). Da qui affrontiamo una lunga strada sterrata in leggera salita fino all’ingresso della Riserva Naturale di Sambughetti; il versante sud-ovest dal quale siamo saliti sembra piuttosto abbandonato dalla forestale e presenta diversi strappi in salita impegnativi per via delle pendenze.

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Il fondo invece non risulta quasi mai particolarmente smosso e quasi in cima si trova una fontana d’acqua potabile. Bellissimo invece il versante d’uscita a nord-est dove abbiamo incontrato innocui cinghiali (che sono ovviamente fuggiti), le grotte Nevarole (bellissime e incredibili) e castagni che ci hanno offerto i loro frutti.

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All’uscita dalla riserva abbiamo percorso la SS117 che offre un panorama incredibile sui Nebrodi e dopo qualche chilometro di “sali scendi” non impegnativi si butta inesorabile per circa 20km fino alla nostra meta, Santo Stefano di Camastra, dove ci siamo rifocillati con gusto alla trattoria Da Giannino vicinissima alla Stazione Ferroviaria e dove abbiamo successivamente aspettato il nostro treno per tornare a casa.

Complice la parte finale in cui praticamente non abbiamo pedalato, l’ultimo giorno è stato probabilmente il meno faticoso e anche i 1800 mt di dislivello alla fine non si sono fatti sentire oltre il dovuto.

Se pensate di affrontare anche voi questo percorso, fatelo in compagnia, ricordate di portare sempre con voi dell’acqua e prima di partire mettete in borsa qualcuno dei super alimenti che non dovrebbero mai mancare nella scorta di ogni ciclista.

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Antongiulio Comandi

L'ultimo arrivato nella famiglia di bicimagazine.it. Grande appassionato di fotografia e di sport, ci da una mano ad arricchire i

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