Andrea Lorusso Scritto da  Set 05, 2014

Bici col trucco? Hesjedal, il video strano e il dubbio del motore

Quattro anni fa, a far nascere il sospetto, furono il "facile" allungo con il quale Cancellara andò a vincere la classica delle pietre, il cambio di bicicletta in corsa e alcune manovre insolite in sella. Un successivo servizio televisivo di Davide Cassani e il fatto che la Carrera si mise a commercializzare ufficialmente bici da corsa con il motorino elettrico fecero montare il caso, che però non trovò conferme.

INERZIA — Ieri, a far sorgere il dubbio, è stato il filmato della caduta del canadese. E il gruppo s'è diviso tra colpevolisti e innocentisti. "Quel movimento è dovuto solo all'inerzia della bici", spiega Bingen Fernandez, direttore della Garmin. Le immagini dicono chiaramente che, quando Hesjedal cade nella curva a sinistra, scivola per qualche metro sul fianco sinistro con il pedale destro agganciato. Poi, quando è praticamente fermo, si sgancia e appena la ruota posteriore tocca terra la bici riprende repentinamente velocità. Compie un giro di 180° con la leva del freno sinistro a terra che fa da perno, quello che i motociclisti chiamano "burnout", bloccato dall'impatto contro la moto di un cameraman che gli passa sopra mentre il vincitore del Giro 2012 cerca goffamente di riacciuffare la sua bici. E dalle immagini è impossibile stabilire con assoluta certezza se la bici fosse o meno motorizzata. Però, se ora si appurasse un caso di "bici dopata", non potrebbe essere addossata la colpa al solo corridore. Verrebbe coinvolta la Garmin-Sharp di Jonathan Vaughters, prima ex compagno di Lance Armstrong poi grande accusatore, che sventola l'etica come una bandiera.

ABITUDINE — Quello inventato dall'ungherese Istvan Varjas e commercializzato allora era un sistema "primitivo", con un pulsante di accensione a destra e uno di spegnimento a sinistra. Serviva un minimo di abitudine, altrimenti poteva diventare pericoloso. A fine agosto, venne sul lago di Garda anche un noto pilota di Formula 1 e lo provò. Finì maldestramente a terra in curva. In più, il meccanismo era visibile, rumoroso e pesante. Il motore era cilindrico, inserito nel tubo piantone. Ma erano solo gli inizi. Vi ricordate i primi telefoni portatili? La batteria durava niente, c'era la cornetta e internet non esisteva. Poi le cose sono cambiate. Ora è possibile inviare messaggi di testo ai corridori in gara. Persino mail.

SCANNER — Dal 2011 l'Uci comunque s'è messa a controllare: radiografie alle bici, scanner, sonda da inserire nel tubo verticale. Ma nel frattempo le cose sono cambiate. Batteria e motore sono stati miniaturizzati, anche perché non serve una straordinaria potenza come quella del primo motore che arrivava a 400 watt. Un decimo è più che sufficiente per fare la differenza ad altissimo livello. Già al Tour del 2011 un grande campione ci parlava di un nuovo sistema che si inseriva senza pulsanti, ma attraverso il cardiofrequenzimetro. Prima del via si tara la frequenza cardiaca, raggiunta la quale il motore automaticamente si accende. Al di sotto, invece, si spegne. Che Hesjedal fosse quindi in un tratto in discesa non c'entra nulla. A 13 km dall'arrivo, e per giunta in fuga, i corridori sono a tutta", quindi ad alta frequenza cardiaca. Cambia anche il posto dove alloggiare il mini-motore. Prima veniva "immerso" nel movimento centrale, successivamente nel mozzo della ruota.

BICI ANORESSICHE — Però pare esista anche un altro tipo di "bici dopate". Potremmo chiamarle "bici anoressiche", cioè con un peso inferiore ai 6,8 kg imposto dai regolamenti Uci. Il controllo del peso non viene effettuato praticamente mai. Sono state usate? Sono in molti a dire sì, tanto al limite basta cambiarle in corsa.

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Andrea Lorusso

Praticare la cyclette, è come fare surf in una Jacuzzi. Questo il suo motto preferito. Appassionato di Granfondo e Randonné

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