Più precisamente, si tratterebbe di assegnare dei “buoni mobilità” a chi sceglie soluzioni di trasporto privato non inquinanti alternative all’automobile. Prima di cantare vittoria e cominciare a firmare le carte per la vendita della propria auto, è bene notare che il programma sperimentale destinato alla mobilità sostenibile, collegato alla Legge di Stabilità, per il momento è animato da nobili intenti ma non dispone ancora di misure concrete, né tanto meno della ripartizione dei fondi.
Tutto è rimandato all’approvazione del collegato ambientale prima alla Camera, la quale se ne dovrebbe occupare questo mese, e poi in Senato. Tale approvazione è il presupposto essenziale affinché il Ministero dell’Ambiente possa predisporre un programma vero e proprio, suddivisione delle risorse inclusa. Per fare ciò il Ministero avrà in tutto 120 giorni di tempo, 60 per delineare la tabella di marcia e altri 60 per ripartire i fondi e individuare gli enti che ne trarranno beneficio.
Se tutto andasse a velocità spedita, i primi bandi potrebbero già vedere la luce a gennaio del nuovo anno. La Commissione ha discusso varie possibilità, dai buoni per chi utilizza i servizi di car-sharing, car-pooling e bike-pooling – su ispirazione di quanto già introdotto all’inizio di quest’anno in Francia, in cui è previsto un rimborso tarato sui chilometri percorsi – al potenziamento di progetti già esistenti in alcuni Comuni per limitare il traffico in uscita e in entrata dalle scuole tramite l’incentivo delle due ruote, anche di carattere didattico, fino alle bici elettriche in comodato d’uso.
Come si può facilmente immaginare, il programma del Governo sarà focalizzato sui centri urbani di grande e media dimensione, in cui il traffico intenso e le conseguenti emissioni inquinanti aprono problematiche non soltanto legate alla mobilità, ma anche alla salute. Non resta che incrociare le dita e sperare che il provvedimento non finisca falciato dalla scure della speding review.
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