Il secondo caso più frequente riguarda un’auto che ha sorpassato in modo non sicuro. Il terzo caso più comune è l’apertura della portiera di un’auto in sosta. Secondo questo studio i ciclisti sono la causa di meno del 10% degli incidenti che li vedono coinvolti.
Gli incidenti più frequenti (studio su 2572 casi avvenuti in contesto urbano):
- Mancato rispetto della precedenza – 284 (12.20%)
- Sorpasso non sicuro – 277 (11.90%)
- Apertura della portiera di un veicolo in sosta – 276 (11.90%)
- Veicolo a motore curva a sinistra 248 (10.70%)
- Veicolo a motore curva a destra 224 (9.60%)
- Veicolo a motore curva a destra con il rosso 179 (7.70%)
- Ingresso da strada laterale 179 (7.70%)
- Incrocio 73 (3.10%)
- Ciclista in senso vietato 59 (2.50%)
In città il problema è l’auto, non la bicicletta. Per riportare lo studio alla realtà italiana si può certamente sostenere che i ciclisti italiani sono più indisciplinati dei ciclisti canadesi. Ma è improbabile che gli automobilisti italiani siano più disciplinati degli automobilisti canadesi.
È quindi evidente che, in generale, se non emergono studi che smentiscano questi dati, o se non si dimostra che in altre città il 90% delle volte l’automobilista è innocente, in genere nel traffico urbano il problema è l’auto, non la bici.
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