I lavoratori del settore ciclistico sono il doppio rispetto agli impiegati dell’industria siderurgica, secondo quanto emerge dal primo studio globale sui nuovi posti di lavoro creati dalla riscoperta della bicicletta e della mobilità sostenibile. Gli impieghi comprendono la produzione di biciclette, il turismo, la vendita al dettaglio, le infrastrutture e i servizi, con un numero di lavoratori superiore rispetto alle 615 mila persone impiegate nelle industrie estrattive e ai 350 mila lavoratori della siderurgia.
Se la quota dei viaggi in bici in Europa, ora del 3%, raddoppiasse, il numero degli occupati potrebbe crescere e superare il milione entro il 2020.
Sono le anticipazioni dello studio sulla cycling economy che uscirà il prossimo mese con il titolo di “Jobs and job creation in the European cycling sector”. Lo studio dimostra che ad oggi il ciclismo offre una maggiore intensità di impiego rispetto ad alcuni di quei settori che hanno dominato l’economia negli ultimi decenni. I livelli di impiego sono inoltre superiore rispetto agli altri sotto-settori dei trasporti.
I dati a disposizione degli esperti segnalano inoltre che proprio il settore ciclistico rappresenta una speranza per la crescita dell’economia e delle imprese locali. Infatti i ciclisti tendono a frequentare di più negozi, bar e ristoranti della zona in cui vivono, rispetto a coloro che usano abitualmente mezzi di trasporto come le auto.
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