Questo significa che, se da una parte il Made in Italy rimane un marchio molto apprezzato all'estero, in Italia non si sta facendo abbanza per incentivare l'uso delle due ruote in maniera capillare. La produzione si concetra soprattutto in Veneto, nella quale si produce un terzo delle biciclette nazionali e della componentistica; il 30% delle aziende che operano nel mercato delle biciclette appartiene a questa regione. Si pensi che, con 63 aziende che fabbricano biciclette, Padova è la prima in Italia, dopo Vicenza (57) e Cuneo (44).
Un mercato con grandi potenzialità
Si tratta dunque di un mercato che avrebbe tutte le carte in regola per crescere ed espandersi, anche all'interno dei confini nazionali. Come fare? Bisognerebbe seguire l'esempio della paese simbolo della ciclabilità: l'Olanda. Sempre secondo i dati riportati a Expobike, a fronte di un investimento di 20 milioni che il governo olandese ha destinato, fra il 2007 e il 2010, alla realizzazione di piste ciclabili, segnaletica e parcheggi, oggi i ciclisti in Olanda muovono un capitale pari a 750 milioni di euro all’anno. Si pensi che oggi essa conta la bellezza di 18 milioni di biciclette per 16 milioni di abitanti, contro i nostri 28 milioni per 60 milioni di abitanti. Come se tutto questo non bastasse, gli olandesi spendono 1,4 miliardi di dollari per l’acquisto di biciclette e ne esportano un milione all’anno.
Un mercato che produce benessere
Altro dato in favore dell'investimento nella creazione di piste ciclabili, un recente studio condotto della University of Carolina sulla mobilità sostenibile ha dimostrato come esista una correlazione tra la diminuzione del peso corporeo, l'abbassamento dei rischi cardiaci e l'abitudine a recarsi al lavoro a piedi o in bicicletta. Lo studio ha preso le mosse dall'analisi dei Comuni americani che hanno investito cifre importanti per la realizzazione di grandi cambiamenti infrastrutturali (come ad esempio le greenways) per promuovere gli spostamenti in bicicletta. Una città in particolare è stata al centro delle analisi dell'Università della California: Minneapolis, che ha realizzato un sistema di sintieri e di piste ciclabili per collegare i maggiori e più popolati centri abitati con i distretti produttivi e lavorativi. Utilizzando i dati dei censimenti su base decennale (1990, 2000) e i dati dell'American Community Survey (2007-2011), è stato quantificato che la percentuale dei lavoratori che ha utilizzato la bicicletta è aumentata dall'1.8% del 2000 al 3.4% nel 2007-2011. Un vero successo.
La bicicletta crea occupazione
Secondo i dati riportati dallo studio Jobs and job creation in the European cycling sector, commissionato dall’European Cyclists’ Federation e pubblicato in anteprima sul portale Rinnovabili.it, l'economia della bicicletta in Europa dà oggi lavoro a ben 655mila persone. Con "economia della bicicletta" si intende tutto il comparto, dunque produzione, turismo, vendita al dettaglio, infrastrutture e servizi. Per avere un termine di paragone, sono 615mila gli addetti del settore estrattivo e 350mila di quello siderurgico, con una crescita occupazionale stimata molto al di sopra anche di quello automobilistico. In particolare, il cicloturismo da solo dà lavoro a 524mila persone, rispetto alle appena 80mila della vendita al dettaglio.
In conclusione
Un settore che ha dunque ampi margini di crescita e offre importanti possibilità di lavoro e di business. In Italia manca solo un piccolo dettaglio, sul quale il Governo dovrebbe, in maniera lungimirante, investire: le piste ciclabili.
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