Il Registro Italiano Bici ha appena pubblicato lo Studio "Furti di bici in Italia 2006-2022: quali gli Strumenti di Contrasto, le Priorità e gli Errori da evitare" che, analizzando i dati in suo possesso sui furti dal 2006 al 2022 riferiti a 26 città campione delle 65 città attive e con circa 800.000 bici censite, e valutando i comportamenti adottati dai ciclisti e dalle amministrazioni comunali, evidenzia risultati a dire poco sorprendenti.
Con l'accresciuto interesse dei cittadini per l'uso della bici, dopo i pesanti lockdown per la pandemia Covid, le bici in città sono sempre più numerose, comprese le nuove eBike dal costo importante.
In tale contesto, il Registro Italiano Bici registra in alcune città, poco o per nulla attive nel contrasto dei furti di bici, un aumento dei furti anche del 140% rispetto agli anni precedenti.
Per esempio, tra le evidenze più eclatanti, emerge che i ciclisti privilegiano, ancora e come sempre, la scelta dell'antifurto meccanico come prima difesa, mentre il ladro mostra di non avere alcun timore di questo strumento, anche il più tecnologico e sofisticato. E intanto i furti crescono a due o tre cifre.
Le amministrazioni comunali, dal canto loro, o non fanno nulla, che è la scelta peggiore, o, per lo più, installano costose rastrelliere blocca telaio che a mala pena, in assenza di altri interventi, come dimostrato nello studio, riducono i furti solo dell'1-2%.
Lo Studio completo è liberamente scaricabile cliccando su questo link.